Un tempo la presenza di un’altra persona al momento del parto non era neppure presa in considerazione. Al massimo era tollerato che il futuro papà stesse fuori dalla porta e che fosse informato di tanto in tanto sull’andamento o sulla conclusione dell’evento.
Da tale esclusione si è poi passati quasi all’obbligo di partecipare, tanto che se una coppia non sceglie di vivere insieme questo momento, deve giustificarsi.
Ritengo assurda questa situazione e penso che entrambi i genitori debbano avere il tempo per riflettere sul tipo di scelta; trovo inoltre importante che, in caso di discordanza fra i due, sia rispettata la decisione della donna. È vero che per l’uomo si tratta di assistere alla nascita del proprio figlio, ma non bisogna dimenticare che si tratta anche di assistere al travaglio e parto della propria compagna. La situazione emotiva della donna è fondamentale per un buon parto. Potrebbero esserci momenti in cui lei ha bisogno di solitudine e deve poter esprimere serenamente questa sua necessità.
Quando la presenza di qualcuno è richiesta, allora per questa persona si presenta la domanda: cosa fare? Cosa non fare?
(da: Dall’epidurale alla meditazione. Una Via per ritrovare il sacro della nascita. Beatrice Benfenati)
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