Venerdì 5 maggio al corso di yoga in gravidanza di ASIA, lezione teorica sul tema:
il primo incontro col bambino.
Ecco il racconto di una mamma:
“Un momento molto particolare fu quello dei primi istanti in cui vidi la bambina. Ci guardammo intensamente e con lo stesso stupore: lei aveva l’espressione di chi è stata colta di sorpresa in un luogo che pensava tutto suo e io ero profondamente stupita che fosse così precisamente… qualcuno.
Fino a quel momento avevo un’idea nebulosa di una bimba, ora mi trovavo di fronte alla singolarità di un volto e venivo colpita da suo essere proprio così. Credo che la nostra cultura tramandi una visione un po’ troppo naif della maternità, occultando la sensazione che invece affiora maggiormente in occasione di questo evento: quella della stranezza, del rapporto con l’alterità.
Ricordo che ciò a cui mi sembrava più simile la mia bimba era… un alieno con una impressionante volontà di vita. Chi era, che tipo di irreversibile rapporto mi sarei trovata a vivere da quel momento?
Se mi sono potuta permettere queste domande, se ho fatto del senso di alterità, di stranezza e di costrizione, i principali ingredienti di tutto il periodo successivo al parto senza per questo sentirmi una madre snaturata, e anzi assolvendo con impegno a tutti i comiti di accudimento di cui un neonato ha bisogno, è stato sempre grazie alla meditazione, che mi ha insegnato come in questo tipo di sensazioni stiano delle abissali potenzialità significanti che riguardano la vita in generale”.
(Dall’epidurale alla meditazione.Una Via per ritrovare il sacro della nascita. Beatrice Benfenati)