Lezione teorica sul tema: pratica di yoga, canto, meditazione e parto

Oggi la lezione di yoga prenatale è stata dedicata al tema: la relazione tra pratica di yoga, canto, meditazione e parto. La sacralità della nascita riguarda ogni tipo di nascita. Ci prepariamo quindi ad accogliere questo Mistero comunque si dia, coi nostri progetti ma aperte ai cambiamenti che potrebbero avvenire.

Vi incollo alcune righe tratte dal mio libro: “Dall’epidurale alla meditazione. Una Via per ritrovare il sacro della nascita”. Cosa è importante che una donna abbia compreso prima di partorire? Quando la data del parto si avvicina, inevitabilmente qualcosa all’interno della donna comincia a reagire. Tutte le donne vivono un alternarsi di timore e fascino ma, fra quelle che praticano Yoga, non tutte reagiscono allo stesso modo: c’è chi, nelle ultime settimane, intensifica la pratica e chi, senza alcun preavviso, smette completamente di venire a lezione. Sicuramente con l’avvicinarsi della data del parto qualcosa nella donna tira delle conclusioni: chi, nonostante le continue precisazioni da parte di chi insegna, ha visto nella pratica di Yoga una via verso il benessere e nient’altro, probabilmente andrà alla ricerca di qualcuno che le dia “istruzioni” su cosa fare al momento del travaglio e del parto. Sebbene delle istruzioni siano del tutto inutili, in quanto il parto è un evento imprevedibile, non controllabile attraverso una tecnica, non tutte le donne riescono ad accettarlo. Vedere lucidamente questo richiede una forza che non sempre è presente, è importante in tale caso che la donna si renda conto che, forse, lo Yoga non è la sua via. Chi invece intensifica la pratica, probabilmente ha colto qualcosa d’interessante, anche se non sempre è in grado di dirsi più precisamente cosa. Quale comprensione è importante per le donne che continuano a praticare? Credo sia necessario, innanzitutto, avere chiaro che lo Yoga non è una via salutistica, non garantisce una gravidanza senza problemi né un parto facile. Il suo effetto è un “benessere” che non dipende dal fatto che tutto vada bene. Per arrivare a questo la donna deve avere acquisito la capacità di guardarsi dentro, di ascoltarsi, di stare con se stessa di là dai turbamenti che ciò potrebbe comportare. Da questo nasce la capacità di domandarsi su ciò che sente. Cosa voglio veramente? Cosa temo che accada? Cosa temo che non accada? Per soffermarsi su queste domande occorre avere colto, attraverso la meditazione, un centro, un luogo interiore, il soggetto stesso che se le pone e che, ripiegandosi su se stesso, si risponde. Non parlo di un luogo in cui credere, ma di un’esperienza che ha il sapore dell’indubitabilità, che è una certezza. Leboyer scrive che il parto è un mare in tempesta e che occorre una zattera per attraversarlo. Questa certezza è la zattera. Il parto è un’esperienza intensa che ha la capacità, in poche ore, di squarciare il velo illusorio di normalità che ricopre la nostra esistenza. Uno dopo l’altro, i riferimenti sui quali la donna contava vengono a mancare: non c’è più controllo, il corpo va da sé, mosso da una misteriosa e potente energia, il tempo scorre in modo diverso, lento, quasi fermo; le persone più familiari paiono lontane, sconosciute. Michel Odent afferma che la donna “va su un altro pianeta” e che, se questo non accade, allora ci saranno problemi. E’ in questa dimensione che si rivela il valore della pratica. Per qualche ora, alla donna è data la possibilità, forse unica, di avvicinarsi al Mistero che lei stessa è, nella sua potenza e nel suo tremendo fascino. Se, anziché ritornare al principio di se stessa, rimane orientata solo verso l’esterno allora vive un dramma. Non avere un centro in quei momenti può trasforma un’esperienza che definirei mistica in un inferno: la donna confusa è in balìa dell’evento anziché abbandonata, lotta anziché rispettare, rifiuta, si chiude anziché aprirsi, è disperata anziché affascinata, sconfitta anziché arresa. Se la donna ha praticato Yoga seriamente e con regolarità durante la gravidanza, allora dovrà semplicemente continuare a farlo durante il travaglio e il parto. (Dall’epidurale alla meditazione. Una Via per ritrovare il sacro della nascita. Beatrice Benfenati, Eugea edizioni)https://shop.asia.it/pro…/dall-epidurale-alla-meditazione/

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